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Libro

Spinola, Francesco

Publio. P. Francisci Spinulae Mediolanensis Opera. Poematon libri III. Carminum libri IV. Epodon liber I. Carminum secularium liber I. Elegorum libri X. Hendecasyllaborum liber I. Epigrammaton libri III.

Venetiis ex officina stellae Iordani Zileti 1563, 1563

no disponible

Spalavera Libreria (Pallanza, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1563
Lugar de impresión
Venetiis
Autor
Spinola, Francesco
Editores
Venetiis ex officina stellae Iordani Zileti 1563
Materia
LIBRO ANTICO, (Eresie, controriforma, riforma, Letteratura italiana antica)
Idiomas
Italiano

Descripción

16°, mm 150x100, pp. (6), 42; (8), 103, (1); 12, 67, (1); (6), 42; (8) 54, (2); (6), 58; (8), 55, (1); (16), 96. Legatura coeva in pergamena floscia con unghie, titolo manoscritto al dorso, tracce di bindelle. Numerosi capilettera istoriati, ogni volume con proprio frontespizio. Ininfluenti segni di tarlo al margine interno di poche carte centrali, ma bell'esemplare con interessante provenienza: firma di Horatij Lombardelli Senenses sapientemente apposta all'ultima carta bianca, forse per non destare sospetti inquisitori. Lo Spinola è stato un eretico e umanista lombardo di origine genovese che nel 1564 fu arrestato a Venezia in seguito alle rivelazioni di Giovanni Andrea Ugoni, sotto processo per eresia. Fu condannato a morte e annegato nella laguna il 31 gennaio 1567. L'antico possessore di questa edizione originale dell'opera di Spinola fu il prolifico letterato e linguista senese Orazio Lombardelli (1545-1608), la cui biblioteca venne venduta alla sua morte per sanare i conti di famiglia. Lombardelli fu un protagonista della vita accademica senese, scrisse opere sulla ben nota questione della lingua, altre di carattere più pedagogico, infine difese il Tasso dalle accuse linguistiche della scuola toscana più conservatrice. (DBI). Francesco Spinola invece era nativo di Lomazzo (nell'opinione di Paolo Giovio), pur essendo un personaggio oggi dimenticato, ne parlano innumerevoli autori antichi (per esempio Picinelli, Argelati e Querini). La sua antica fama si deve forse più all'avventurosa biografia che non alla qualità letteraria delle sue opere, tra cui la più degna di nota è un trattato matematico ricordata dal bibliografo Riccardi (I, 471). I suoi eruditi componimenti neolatini sono dedicati ad influenti personaggi dell'epoca, sempre in cerca di protezione. Su questo eclettico personaggio, amico tra gli altri del Paleario e del Flaminio, vedi l'articolo di Pio Paschini: Un umanista disgraziato nel Cinquecento: Publio Francesco Spinola. In "Nuovo archivio veneto", nuova serie, XXXVII, 1919, pp. 65-189. Abbastanza raro sul mercato e per lo più sconosciuto ai repertori classici come Brunet e Graesse. Nel 1951 il libraio William Schab ne proponeva una copia a 60 dollari dandone questa descrizione: The very rare first edition of the collected works of a major neo-Latin poet. It is unrecorded by any bibliographer. Adams, 1603 British Library p. 637 P. Paschini, Nuovo Archivio Veneto, XXXVII, 1919, pp. 65-189.