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Libro

Alighieri Dante.

LA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI COL COMMENTO INEDITO DI STEFANO TALICE DA RICALDONE. Pubblicato per cura di Vincenzo Promis e di Carlo Negroni.

per Vincenzo Bona, 1886

no disponible

Pera Studio Bibliografico (Lucca, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1886
Lugar de impresión
In Torino
Autor
Alighieri Dante.
Editores
per Vincenzo Bona
Idiomas
Italiano

Descripción

Prima edizione. Cm.35,5x25,7. Pg.XX, 396. Robusta legatura in mz.pelle coeva con piatti marmorizzati. Titoli e fregi in oro al dorso a quattro nervature, lievemente spellato. Timbro di antica proprietà rimosso al frontespizio. Lievi, fisiologiche fioriture, ma eccellente esemplare, di notevole rarità. "Furono due eruditi di prim'ordine quali Vincenzo Promis e Carlo Negroni (il primo è il Bibliotecario del Re, il secondo un bibliofilo che colleziona codici danteschi, nel 1888 ideatore della Società Dantesca Italiana, sindaco di Novara e senatore) a curare l'edizione della Commedia commentata da Stefano Talice. Due le stampe: a quella torinese del Bona (1886), seguì quella di Hoepli (1888), lussuosissima, voluta espressamente dal sovrano Umberto I. L'opera fu presentata come autografo, ovvero creazione originale del Talice (operante tra XV e l'inizio del XVI secolo, ma lontano dal suo paesello), anche se un filologo attento quale il Rodolfo Renier aveva avanzato già nel 1884 forti dubbi quanto all'originalità del contenuto della fonte, un codice cartaceo della Biblioteca Reale. Le glosse, infatti, potevano più facilmente appartenente all' "albero di famiglia" dei codici che derivavano da un famoso commento trecentesco di Benvenuto da Imola. Una delle preoccupazioni dei curatori, fu ovviamente quella di ricostruire la figura del dotto letterato: non solo quella dei Talice di Ricaldone (ma l'etimo del cognome potrebbe essere D'Alice) era nell'alto Monferrato famiglia "tra le più antiche e cospicue", ma il dotto Stefano, sulla scorta delle ricerche condotte da storici considerati affidabili quali l'acquese Guido Biorci e il torinese Emanuele Vallauri, fu identificato con quel magister, nonché egregius grammaticae professor, rector - direttore - scolarum Savillani (qui la fonte è la Storia di Savigliano del Canonico Casimiro Turletti, 1883-1888), nonché il trascrittore di un libro - Le Comodità in villa - del filosofo e agronomo Pier Crescenzio. Ma, in effetti, come si capisce bene, sul Talice sembran oggi più le lacune che le certezze (e forse c'è più di un sospetto che diverse identità possano essere confluite in una). Dal 1904, invece, un dato sicuro giunge da Michele Barbi, che individuò la fonte del commento del Talice da "una lettura fatta nel 1375 a Bologna da Benvenuto da Imola", mentre già nel 1891 un altro filologo, il Rocca, si era occupato del problema ritrovando somiglianze fortissime col commento del Talice nell'edizione del commento di Benvenuto da Imola, contenuta nel codice Laurenziano Ashburnhamiano 839. Concludeva il Barbi che, in entrambi i casi, si trattava di "stesure dell'esposizione bolognese di Benvenuto da Imola ma scritte "per opera di due diversi uditori" (cfr. Chiara Bentivegna, Il canto XVI del Purgatorio. Storia della critica). Ma "d'autore" risulta, almeno, la sottoscrizione, posta al termine del codicillo. Apprendiamo così che opera e lectura Dantis Aldigherii, poete florentini furon concluse per me Stephanum Talicem de Ricaldono in Burgo Liagniaci (Lagnasco), 15 kalendis novembris [il 18 ottobre, quindici giorni prima del 1° novembre] 1474, hora 12a (circa le sei di sera). Il nome di Dante è fondamentale per la giovane nazione che è l'Italia a fine XIX secolo. Nel 1865 cade il sesto centenario della nascita di Dante quando l'Unità è proclamata da soli quattro anni; in fondo basta questo per farne una bandiera nazionale." (dal sito della rivista "L'Ancora"). Codice libreria 111346.