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Libro

Aa. Vv.

Il Don Pirlone Giornale di Caricature Politiche Venerdì 1 Settembre 1848 – 2 luglio 1849. 234 numeri. Completo, tutto il pubblicato.

S. Stampatore,, 1848-1849

800,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico (Modena, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1848-1849
Lugar de impresión
Roma,
Autor
Aa. Vv.
Editores
S. Stampatore,
Materia
ROMANA QUOTIDIANI SATIRICI CENSURA LIBERTà di STAMPA POLITICA
Idiomas
Italiano

Descripción

31,2x24 cm per il Don Pirlone originale, Legatura coeva in tutto cartoncino rigido foderato con bella carta marmorizzata blu coeva. Prima edizione. Opera completa di tutti i 234 numeri pubblicati. All’interno i numeri si presentano ad ampi margini, in parte in barbe ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Su ogni numero, al frontespizio, la celebre immagine della Maschera del Don Pirlone con il cappello a falda larga a sovrastare il motto “Intendami chi può, ch’i’ m’intend’io” ispirata da una maschera senese del 1711 che voleva raffigura l’ottuso benpensante. Opera assai rara a trovarsi completa di tutti i numeri. Le tipografie che pubblicarono il giornale, uscito dal 1 settembre del 1848 al 2 luglio del 1849, cambiarono più volte durante i mesi di uscita passando da Natali a Pallade e da Bertinelli a Pierra. Il Don Pirlone è passato alla storia in quanto fu il primo giornale che attaccò senza remore e con uno stile satirico estremamente graffiante il governo pontificio e numerosi suoi alti funzionari. In modo particolare, dopo la fuga del pontefice da Roma, allo scoppio dei moti rivoluzionari, il Don Pirlone contribuì ad attizzare il clima politico romano. L’opera presenta in ogni numero un grande disegno satirico a piena pagina realizzato dal celebre pittore, disegnatore, incisore, litografo, illustratore e caricaturista italiano nato ad Aviano nel 1813, Antonio Musatti. Il giornale nacque nel 1848 ad opera dei liberali dell'Epoca che ne andarono a costituire il gruppo redazionale. Tra essi quello che ne divenne il direttore, Michelangelo Pinto. La fama del giornale fu tale che all’epoca del suo maggior successo arrivò a toccare i 1.200 abbonamenti, numero altissimo per un giornale cittadino dell’epoca anche se nel Don Pirlone non mancano numerosi articoli inerenti a fatti di interesse italiano. Gli articoli in esso contenuti, come anche il nome dell’autore delle vignette rimasero a lungo anonimi. Il giornale, si ritiene oggi, ebbe un ruolo fondamentale d’ispirazione per la maggior parte dei giornali risorgimentali. Già dopo i primi numeri il giornale attirò l’attenzione del ministro degli interni Pellegrino Rossi, che tentò più volte di farlo chiudere tramite l'intervento del Consiglio di censura. La sua uscita si concluse nel 1849 con la fine della breve ma intensa esperienza della “Repubblica Romana” dopo averne anticipato l’avvento ed averne accompagnato la nascita e lo sviluppo. Bibl. Rif.: Molinari, La Stampa periodica romana dell'Ottocento, I, pp. 317-18.