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Libro

(Mazzini Giuseppe)

A Carlo Alberto di Savoja un italiano. Sé no, no!

S. stampatore,, 1831

600,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico (Modena, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1831
Lugar de impresión
Nizza,
Autor
(Mazzini Giuseppe)
Editores
S. stampatore,
Materia
UNIFICAZIONE ITALIANA POLITICA
Idiomas
Italiano

Descripción

In 12° (14,3x10 cm); 24 pp. Brossura muta coeva. Antica nota manoscritta a matita al piatto anteriore “Scritto di Mazzini” e antico numero a china all’angolo alto. All’interno qualche lievissima macchiolina di foxing al margine esterno bianco di due pagine, dovute alla qualità della carta e del tutto ininfluenti e nel complesso esemplare ancora in barbe ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima rarissima edizione di questo celeberrimo pamphlet del grande patriota, politico, filosofo e giornalista italiano, Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872) fra le figure più importanti del movimento risorgimentale italiano che con le sue idee e la sua azione politi ca contribuì in modo decisivo alla nascita dello Stato unitario italiano. Mazzini nel 1830 viene denunciato da un certo Raimondo Doria come “Carbonaro” e per la sua attività politica, arrestato su ordine di Carlo Felice di Savoia. Incarcerato, seppur per un breve periodo, nella Fortezza del Priamar a Savona. Fu durante questa prigionia che formulò il programma politico della “Giovine Italia” viene liberato per mancanza di prove ma obbligato o a risiedere confinato in una cittadina del Piemonte o ad espatriare decide per questa seconda soluzione. Nel febbraio del 1831 lascia l’Italia per recarsi prima a Ginevra, poi a Lione e quindi a Marsiglia dove già vivevano numerosi esuli italiani perseguitati in patria per le proprie idee politiche. Qui apprese della morte di Carlo Felice di Savoia e decise di comporre questa celeberrima lettera rivolta al nuovo sovrano, Carlo Alberto di Savoia nella quale Mazzini esortava il nuovo sovrano, non solo ad assumere atteggiamenti lib erali ma soprattutto ad appoggiare e porsi alla guida di coloro che sognavano un’Italia unita. La lettera così si apriva: "Sire ! Se io vi credessi Re volgare, d'anima inetta o tirannica, non vi indirizzerei la parola dell'uomo libero. I Re di tal tempra non lasciano al cittadino che la scelta fra l'armi e il silenzio. Ma voi, Sire, non siete tale. La natura, creandovi al trono, vi ha creato anche ad alti concetti e a forti pensieri; e l'Italia sa che voi avete di regio più che la porpora. I Re volgari infamano il trono su cui si assidono e voi, Sire, per rapirlo all'infamia, per distruggere la nube di maledizioni di che lo aggravano i secoli, per circondarlo d'amore, non avete forse bisogno che di udire la verità: però io ardisco dirvela, perché voi solo estimo degno d'udirla e perché nessuno di quanti vi stanno intorno può dirvela intera. La verità non è linguaggio di cortigiano; non suona che sul labbro di chi né spera né teme dell'altrui potenza". Opera rarissima ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0\1176298.